Figlio di un falegname pratese di cui, appena ventenne, rilevò la bottega ampliandone le attività, Gaetano Magnolfi (1786-1867) si distinse per un’attività filantropica destinata a lasciare il segno nella storia contemporanea di Prato.
Il cuore di questa attività riguardò l’assistenza all’infanzia. A tale ambito egli si dedicò dal 1833, allorché, in qualità di figura eminente di imprenditore inserito nelle istituzioni municipali, assunse la direzione delle Scuole di S. Caterina, dedite dal 1816 all’istruzione e all’avviamento alle professioni tessili di ragazze di umile estrazione, e vi aggregò un asilo infantile per bambine dai 3 ai 4 anni provenienti da famiglie indigenti.
Nel 1837, quindi, ottenne dal granduca l’autorizzazione a fondare a Prato, in uno stabile adiacente alla sua abitazione in piazza del Comune, un asilo di carità rivolto a orfani maschi bisognosi, con lo scopo di provvedere al loro mantenimento, istruzione e avviamento al lavoro; l'anno successivo gli furono assegnati gli spaziosi locali del soppresso convento carmelitano della Pietà, inutilizzato dal 1818: in questa nuova sede l’Orfanotrofio, detto appunto “della Pietà” e riconosciuto come “stabilimento di pubblica utilità”, si stabilì l’8 dicembre 1838.
Esso si configurò come un orfanotrofio “tecnologico” che univa alla formazione teorica quella professionale: oltre a ricevere l’istruzione elementare, gli allievi potevano quindi apprendere nelle officine interne all’Istituto un mestiere con il quale guadagnarsi, da adulti, “un’onesta sussistenza”.
A partire dagli anni ’40 dell’Ottocento, Magnolfi lavorò per garantire al suo Orfanotrofio l’autonomia finanziaria. Le due fonti di sussidio principali furono la Pia Casa dei Ceppi e, dal 1845, la Società per la strada ferrata Maria Antonia, alla quale, per intercessione dello stesso Magnolfi, il granduca Leopoldo II aveva aggiudicato la costruzione e l’esercizio della ferrovia tra Firenze-Prato-Pistoia. La Società peraltro diede impulso all’allestimento all’interno dell’Orfanotrofio di officine per la costruzione e il mantenimento del materiale rotabile e delle carrozze. A queste entrate si unirono ben presto numerosi lasciti e donazioni di privati e persino i proventi ricavati dalle pubbliche tombole organizzate in piazza Mercatale.
Con l’approvazione del suo primo statuto, nel 1868, il Regio Orfanotrofio Magnolfi (come da allora iniziò a intitolarsi) si configurò così come opera pia laica posta sotto l’alta tutela del governo (artt. 5-6 della legge 2 marzo 1769).
L’Istituto continuò a operare per tutto il Novecento, passando nel 1975 da “struttura chiusa” a centro di servizi utilizzabili anche dalla comunità locale; cessò la sua attività nel 1978.