PEC: as-po[at]pec.cultura.gov.it   e-mail: as-po[at]cultura.gov.it   tel: (+39) 0574.26064

Archivio di Stato di Prato

Un Palazzo per Prato

Immagine tratta da N. Bemporad, Palazzo Datini. Cronaca di un restauro (Prato, 1958), tav. 20.

➢ La Mostra internazionale dell'Archivio Datini

Negli anni ’50 del Novecento Palazzo Datini visse una fase di rinnovato interesse culturale e istituzionale

Il maggiore e progressivo grado di approfondimento e studio dei documenti dell’archivio del mercante pratese Francesco di Marco Datini e del suo sistema aziendale ispirò importanti e impegnative attività volte a favorirne la conoscenza, promuovendo al contempo l’importanza della produttiva Prato anche sul piano culturale. Con un’accurata azione programmatica, resa possibile anche dal ruolo istituzionale ricoperto da Guido Bisori, si tentò di creare le condizioni utili a sostenere il progetto dell’autonomia provinciale e a intercettare risorse per accrescere la fama cittadina e dotare Prato di una sottosezione di Archivio di Stato, ufficio periferico statale, dipendente allora, come tutta l’amministrazione archivistica, dal Ministero dell’Interno.

Gli studi e il lavoro dello storico dell’economia Federigo Melis (1914-1973) resero possibile l’allestimento di una grande mostra dedicata al mercante e al suo archivio presso le sale del museo civico in Palazzo Pretorio, che coinvolse per la sua organizzazione, oltre alla Casa pia dei Ceppi, proprietaria dell’archivio Datini, l’amministrazione comunale ed esponenti del mondo culturale, politico e produttivo della città.
L’inaugurazione della Mostra internazionale dell’Archivio Datini, il 7 maggio 1955, fu un evento di portata eccezionale per Prato, con ben due presidenti della Repubblica presenti, Luigi Einaudi, presidente a fine mandato, e Giovanni Gronchi, nuovo presidente eletto.

Grazie alla mostra, venne anche organizzata il 27 settembre 1956 la visita a Prato dei partecipanti al III Congresso internazionale degli archivi. Fu un ulteriore momento per far conoscere la peculiare realtà pratese, «dove – disse Bisori nel discorso di saluto ai congressisti – il concorrere di valori storici ed estetici con valori economici, tutti notevoli e spesso originali, dà a questa città una fisionomia veramente caratteristica».

➢ Il restauro di Palazzo Datini e l'istituzione della Sottosezione di Archivio di Stato

Pochi mesi prima, il 26 aprile 1956, il consiglio dei Ceppi deliberò di depositare nella costituenda sottosezione di Archivio di Stato gli archivi in suo possesso (Datini, Ceppi, Patrimonio ecclesiastico). La sede del nuovo istituto sarebbe stata individuata in Palazzo Datini, con gli oneri di funzionamento della stessa a carico del Comune. Il decreto del Ministero dell’Interno istitutivo della sottosezione pratese si ebbe il 10 gennaio 1957. Si crearono così le condizioni per la nascita di un istituto statale di conservazione degli archivi cittadini, proprio mentre il palazzo era in fase di restauro.

I lavori di restauro architettonico di Palazzo Datini, in stato di grave degrado, vennero eseguiti tra il 1954 e il 1958 su progetto dell’architetto della Soprintendenza ai monumenti di Firenze Nello Bemporad (1915-1985), prevedendo interventi di liberazione, restauro conservativo e consolidamento. Leonetto Tintori e Giuseppe Rosi si occuparono del restauro pittorico. La spesa per i lavori fu finanziata per 43 milioni di lire dal Ministero della pubblica istruzione e per 8 milioni dalla Casa pia dei Ceppi.

Terminato il restauro, l’inaugurazione della sottosezione di Archivio di Stato si tenne il 4 giugno 1958, alla presenza, tra gli altri, del sindaco Roberto Giovannini, del vescovo Pietro Fiordelli e del sottosegretario agli interni Guido Bisori.
Nel suo discorso inaugurale Bisori sottolineò come «il ripristino del palazzo e l’istituzione della sottosezione» avessero saldato «la Prato di oggi alla Prato di ieri ed anche alla Prato di domani».



Ultimo aggiornamento: 28/10/2025