Entra a far parte del patrimonio dell'Archivio di Stato di Prato quello che lo storico dell'arte Francesco Caglioti ha definito "uno dei documenti più curiosi e rivelatori su Donatello".
Si tratta di una lettera che il maestro d’organi Matteo degli Organi (1391 – 1465), scrive da Firenze il 19 giugno 1434 agli Operai del Sacro Cingolo su richiesta dell’amico Donatello, nella quale informa i committenti pratesi che Donatello ha appena terminato la prima “storia” per il pulpito della Pieve di Prato e che a Firenze tutti coloro che se ne intendono vanno dicendo “che mai si vide simile storia”. Nella lettera si fa presente inoltre che Donatello sarebbe ben disposto a portare a termine il lavoro, soprattutto se incoraggiato da “qualche danaio” da spendere per le prossime feste di San Giovanni.
La lettera era originariamente conservata a Prato all’interno dell’archivio del Patrimonio ecclesiastico, fra le carte provenienti dall’Opera del Sacro Cingolo. Qui la videro, nella seconda metà dell’Ottocento, il canonico pratese Martino Benelli e Cesare Guasti, che ne pubblicò il contenuto. Successivamente se ne persero le tracce. Infruttuose sono risultate tutte le ricerche degli studiosi per rintracciarla nell’archivio del Patrimonio ecclesiastico, che è entrato a far parte del patrimonio archivistico dell’Archivio di Stato di Prato nel 1958. Recentemente, la lettera circolava sul mercato antiquario e grazie all'intervento di Alberto Batisti che si è reso conto del suo valore documentario e all’intervento di mediazione di Diana Toccafondi, il proprietario ha deciso spontaneamente di donare la lettera all’Archivio di Stato di Prato.
Rassegna stampa: